La tradizione della Riflessologia Plantare Thailandese (Nuad Pan Boran) ha origini molto antiche ed era conoscenza concessa ad un numero ristretto di monaci al solo servizio del Palazzo Reale.
La Riflessologia Plantare Thailandese è un'unione tra le arti curative della Riflessologia cinese, il Tuina, lo Shiatsu giapponese e lo Yoga ayurvedico.
Secondo le teorie dell'agopuntura e della digitopressione, nel piede convergono 7200 nervi sensori connessi con gli organi corporei. La stimolazione di specifici punti si riflette in una azione benefica sull'organo direttamente collegato, migliorandone le funzioni.
Con il trascorrere dei secoli ed i maggiori studi svolti dai monaci buddhisti del tempio di Wat Pho a Bangkok, alla Riflessologia Plantare Thailandese si sono aggiunte manipolazioni sul dorso del piede, la caviglia, l'intera gamba sino al ginocchio, estendendo così gli effetti positivi al sistema muscolo-scheletrico, sanguigno e linfatico.
Il trattamento Thai Foot Massage e la Riflessologia Plantare Thailandese si attuano tramite pressioni e leggeri stretching con lo scopo di aprire i Sen e lasciar fluire il Lom.
Si esegue da seduti o sdraiati, indossando abiti comodi, con l'ausilio di olio ed il tipico "wooden stick", il bastoncino di legno (in Thailandia usualmente di palissandro) dalla punta arrotondata.
Una sessione base ha una durata di un'ora. L'aggiunta della Riflessologia Plantare estende la sessione a circa settantacinque minuti.
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